PNRR nazionale: cos’è, obiettivi e prospettive future

11 Novembre 2021

Il PNRR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è un importante documento del quale dispone ogni Stato Membro per accedere ai fondi della Next Generation (NGEU).

Quest’ultimo, è uno strumento  introdotto dall’Unione Europea per rilanciare l’economia degli Stati Membri con l’obiettivo di digitalizzarla, in seguito alla pesante crisi dovuta al Covid-19.

Il perno centrale della NGEU, che è un pacchetto da 750 miliardi di euro, è proprio il PNRR nazionale, che ha una durata di 6 anni.

L’obiettivo è quello di attuare un insieme coerente di riforme ed investimenti. Nel periodo che va dal 2021 al 2026, specificando nel dettaglio i progetti e le misure adottate.

Il PNRR italiano: obiettivi

Il perno fondamentale degli obiettivi del PNRR italiano sono i tre assi strategici sul quale si basa la Next Generation (NGEU).

Questi sono: transizione digitale e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale e riequilibrio territoriale.

Nel dettaglio, il governo Draghi, intende:

  • Accelerare il processo di innovazione digitale, sia nel pubblico che nel privato;
  • Ridurre le emissioni nocive, in modo da prevenire e contrastare il dissesto territoriale;
  • Rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno. Favorire l’occupazione giovanile, migliorare l’imprenditorialità femminile. Evitare la discriminazione di ogni genere ed aumentare la coesione territoriale.

Le missioni e le componenti del PNRR nazionale

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato approvato il 13 Luglio 2021 dalla Commissione Europea. Viene definito da Palazzo Chigi “un intervento epocale”.

E’ composto da 6 missioni, 16 componenti e 151 investimenti, così strutturate:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Le risorse destinate a questa missione sono quasi 50 miliardi.
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica. Sono 68,6 i miliardi stanziati per la seconda missione. Tra i target: ciclo dei rifiuti plastici e il recupero dei materiali impiegati nel settore tessile.
  3. Infrastrutture per mobilità sostenibile ed interconnessa. La cifra riservata a questa missione è di 31,4 miliardi. Obiettivi primari riguardano il potenziamento dell’alta velocità e delle reti ferroviarie regionali.
  4. Istruzione e ricerca. Sono previste riforme per un totale di 31,9 miliardi di euro. L’obiettivo è rafforzare il sistema educativo. Le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
  5. Politiche attive del lavoro e della formazione, inclusione sociale e coesione territoriale. La somma stanziata complessivamente è di 22,4 miliardi. Tra le riforme previste, particolare risalto è dato all’occupazione giovanile. Obiettivo da raggiungere con lo sviluppo dei centri per l’impiego. Focus, anche, sull’imprenditorialità femminile con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna.
  6. Salute. Sono 18,5 i miliardi stanziati, utili a garantire a tutti i cittadini l’accesso alle cure mediche e potenziare la rete di strutture e servizi sanitari.

Le riforme del PNRR nazionale

Le missioni del PNRR nazionale saranno accompagnate anche da quattro importanti riforme di contesto:

  1. Pubblica Amministrazione. Si guarda al ricambio generazionale e all’adeguamento delle competenze. Quindi alla semplificazione normativa, amministrativa e di digitalizzazione delle procedure.
  2. Giustizia. Per il settore Giustizia, obiettivo fondamentale dei progetti e delle riforme è la riduzione del tempo del giudizio. Importante, in particolare, saranno gli interventi di organizzazione e rafforzamento dell’ufficio del processo. Si parla di riforma del processo civile, della giustizia tributaria. La riforma del processo penale e riforma dell’ordinamento giudiziario.
  3. Semplificazione e razionalizzazione. Si mira ad abrogare o revisionare leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita quotidiana dei cittadini. Un possibile blocco, inoltre, per le imprese e la pubblica amministrazione.
  4. Competitività. Saranno adottate misure legislative precise. Finalizzate a rimuovere alcuni impedimenti normativi all’apertura della mobilità dei dipendenti pubblici tra amministrazioni. Il tutto nel rispetto delle loro esigenze, per favorire percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni.

PNRR: cosa cambia per docenti e formatori

Uno degli obiettivi della Missione 4 del PNRR è focalizzato sulla scuola e riguarda il sistema del reclutamento dei docenti. Un processo che deve portare a coprire, finalmente, con regolarità e stabilità le cattedre disponibili attraverso gli insegnanti di ruolo.
In tal senso, saranno riviste le procedure concorsuali e verrà rafforzato l’anno di prova e di formazione.
Un’altra riforma riguarda, invece, la formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico amministrativo, con l’istituzione di una scuola di alta formazione.
Attraverso tale struttura, con alla basa un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale, verranno erogati dei corsi online.
Un particolare investimento, inoltre, sarà riservato allo sviluppo delle competenze digitali di docenti e personale scolastico.
La misura comprende la creazione di un sistema per la formazione digitale che coinvolgerà circa 650 mila persone e oltre ottomila istituzioni educative.
Un’occasione importante per far sì che il processo di aggiornamento del personale scolastico possa avvenire in modo rapido, continuo e costante, attraverso lo strumento digitale.

 

PNRR: una chance preziosa per l’Italia

In conclusione, il programma Next Generation EU rappresenta una grande occasione per il nostro Paese per dar vita ad una strategia coerente in cui gli investimenti a sostegno dell’economia sono affiancati da riforme strutturali adeguate.

Le intenzioni del Governo Italiano spingono in questa direzione. In particolare, il PNRR è una fische importante con la quale il nostro Paese gioca la sua credibilità e, considerato l’alto debito che ha, il suo futuro.

 

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